Il valore delle risorse intangibili e del capitale intellettuale
- Valerio Tavolazzi
- 6 mag 2015
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 feb
Edith Penrose, oltre 80 anni fa, definiva l’impresa come “una collezione di risorse”; G. Hamel, nel 1994, la descriveva come “un portafoglio di competenze e attività che creano valore”. L’attenzione alle risorse è fondamentale, perché l’impresa evolve, in maniera positiva o negativa, in relazione al patrimonio di risorse di cui dispone. Questo patrimonio ha una capacità autogenerativa: può generare nuove risorse e creare ulteriore valore, oppure deteriorarsi se non viene gestito correttamente.
La creazione continua di risorse genera un fenomeno di accumulazione che porta a una configurazione specifica di quella particolare risorsa in quella particolare impresa. Un determinato asset – che si tratti di capitale umano, competenze o attrezzature – assume una forma unica all’interno di un’organizzazione e difficilmente può essere replicato altrove con gli stessi risultati. La specificità di una risorsa la rende imperfettamente mobile: il suo trasferimento da un’impresa a un’altra non garantisce necessariamente gli stessi benefici. Il valore che una risorsa ha all’interno di un’impresa non è lo stesso che avrebbe in un altro contesto.
Le risorse possono essere distinte in due grandi categorie:
• Materiali o tangibili, ovvero risorse fisiche che hanno un preciso riscontro quantitativo (impianti, scorte, risorse finanziarie, infrastrutture).
• Immateriali o intangibili, che solo in alcuni casi possono essere quantificate e sempre con un certo grado di approssimazione.
Alcuni esempi aiutano a comprendere la distinzione. Un marchio, pur essendo un elemento fisico, ha un valore determinato da fattori intangibili: la percezione dei clienti, la capacità di differenziarsi, l’identificazione con uno stile di vita. Le risorse umane sono certamente materiali, ma il loro reale contributo all’impresa è legato a elementi intangibili come competenze, motivazione, esperienza, energia.
Negli ultimi anni, le risorse intangibili hanno acquisito crescente importanza nella gestione d’impresa. Il loro ruolo è determinante perché amplificano il valore generato dai processi aziendali e diventano fattori di differenziazione competitiva. La qualità del prodotto, per esempio, dipende da variabili materiali come le materie prime o i processi produttivi, ma anche da elementi immateriali: il know-how aziendale, il design, l’organizzazione della produzione, la reputazione del brand. Magliette identiche possono avere valori di mercato molto diversi, semplicemente a causa del marchio che portano.
Il capitale intellettuale è una risorsa immateriale particolarmente rilevante. Esso rappresenta l’insieme di competenze e conoscenze per cui il mercato riconosce all’impresa aspettative di redditività superiori rispetto al solo valore degli asset materiali. Il capitale intellettuale si articola in tre componenti principali:
• Capitale umano: insieme di conoscenze, esperienze e competenze delle persone che operano nell’impresa.
• Capitale strutturale: patrimonio di conoscenze accumulate dall’azienda nel tempo.
• Capitale organizzativo: capacità di gestire le risorse disponibili in modo efficace per rispondere alle esigenze del mercato.
A questi si aggiungono il capitale sociale, inteso come l’insieme delle relazioni e delle reti di collaborazione che l’impresa costruisce, e il capitale reputazionale, legato all’immagine aziendale, alla qualità dei prodotti e alla fiducia dei clienti.
Le risorse, materiali o immateriali, sono determinanti per il successo dell’impresa se rispondono a tre requisiti essenziali:
• Scarsità, ovvero devono essere non comuni e quindi difficili da replicare.
• Rilevanza, devono contribuire concretamente alla creazione di valore.
• Appropriabilità, l’impresa deve essere in grado di trattenere i benefici derivanti dal loro utilizzo.
Come tutte le risorse, anche quelle intangibili sono soggette a deperimento. La conoscenza, se non viene aggiornata e trasferita, perde valore. La reputazione, se non viene curata, può deteriorarsi rapidamente. Per questo, investire nella gestione e nello sviluppo delle risorse è essenziale.
Una delle strategie più efficaci per valorizzare e ottimizzare le risorse aziendali è l’adozione di un sistema di gestione certificato ISO 9001. La norma ISO 9001 aiuta le imprese a strutturare i propri processi, definire standard di qualità e migliorare in modo continuo l’organizzazione del lavoro. Attraverso la certificazione, le aziende possono trasformare le loro risorse – materiali e immateriali – in un vero vantaggio competitivo.
Un sistema di gestione per la qualità consente di:
• Ottimizzare l’uso delle risorse, riducendo sprechi e inefficienze.
• Migliorare la gestione delle competenze, attraverso la formazione e la valorizzazione del capitale umano.
• Garantire la replicabilità e la continuità dei processi, anche in caso di turnover del personale.
• Rafforzare la reputazione aziendale, dimostrando impegno verso la qualità e la soddisfazione del cliente.
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Le risorse da sole non bastano. È il modo in cui vengono gestite a determinare il valore che possono generare.
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